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La “Buona Pasqua” degli agriturismi

Ristorazione: non c’è crescita tranne per le strutture agrituristiche

L’ultima indagine Cia - Confederazione Italiana Agricoltori ci racconta che anche il 2015 sarà un anno di modesti consumi mangerecci per il pranzo pasquale: il 76% degli italiani intervistati festeggerà (anche quest’anno) la Pasqua in casa, spendendo pressappoco lo stesso budget speso lo scorso anno (una spesa alimentare pari a poco più di un miliardo).

 

C’è ripresa?

Sebbene i media abbiano notificato che, in più settori, si sta consumando un po’ di più (complice forse più la riduzione dei risparmi che la ripresa economica agognata) la spesa non sembra aumentare per la ristorazione e le prime vacanze di Primavera.

Dunque, il pranzo delle feste sarà sobrio: meno colombe e uova, più dolci casalinghi, tanti piatti del territorio e meno agnello (e forse qui incide anche l’aumento dei vegetariani che oggi sono 4,2 milioni).

 

Il fuori casa

Lasciando le tavole casalinghe, spostiamo l’attenzione sulle tendenze del “fuori casa”: a partire sarà meno del 25% degli italiani che opterà per località vicine e soggiorni brevi.

A captare questo bisogno di “risparmio” saranno gli agriturismi, che offrono relax e piatti della tradizione a prezzi contenuti.

Secondo CIA è proprio la ristorazione a trainare le aziende agrituristiche: sugli oltre 250.000 ospiti attesi in campagna (fra pranzi e pernotti) quasi due terzi si  recheranno solo per il pranzo.


03/04/2015

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